Lo psicodramma dell’individuazione 

Dov'è il copione? 
E' in noi signore. 
(Pirandello)


Attraverso lo psicodramma dell’individuazione, vengono rappresentati, elettivamente, situazioni e ruoli simbolici: il linguaggio, i simboli, le metafore, sono quelli sedimentati nei secoli, perciò non è necessario avere piena coscienza di ciò che accade, basta farsi contagiare da ciò che altri vivono, o hanno vissuto, nella consapevolezza inconscia che può avvenire anche in noi, o è già avvenuto. 

L’insight del pubblico può, quindi, avvenire tramite l’identificazione nei protagonisti. Condividendo simboli molto pregnanti si fornisce una struttura simbolica alla psiche, una spalliera psichica su cui il processo di individuazione può arrampicarsi, infatti “rappresentazioni simboliche risanano le ferite della psiche e aiutano a compiere grandi transizioni esistenziali” (M. L. von Franz). 
Viene rappresentato un ipotetico punto di arrivo del processo individuale e individuativo, comune a tutti, nella sostanza, pur se diverso nella forma, e ciò permette un’interazione mediata dall’inconscio collettivo in modo sincronico, creando risonanze tra i presenti, andando oltre la semplice identificazione empatica dello spettatore nel protagonista. Per utilizzare il linguaggio buddista, si cerca la compassione, il vivere al posto e con l’altro. 

Il tema alla base è l’individuazione, il contatto ed integrazione con quelle parti dell’inconscio collettivo, principalmente gli archetipi, che guidano e danno senso alla nostra crescita spirituale. Possiamo concepire le immagini archetipiche come figure drammatiche attraverso cui l’inconscio rappresenta la condizione umana, degli organizzatori della psiche che si trasmettono di generazione in generazione. Essendo un livello profondo e comune a tutti, precedente all’Io e quindi ai complessi, non sono necessari avvenimenti personali, traumatici o no, per costellare queste parti, queste energie profonde e spirituali. Ad essere messo in scena è la psiche collettiva e la sua ricerca di finitezza e completezza, si cercherà di esternare il mondo interno, permettendo al complesso dell’Io di entrarvi in contatto integrandolo.

Storie e destini dei partecipanti non vengono comunque omologati sotto il segno di comuni costellazioni dell’inconscio collettivo, si include comunque il vissuto degli attori, il loro mondo interiore archetipico (non del loro passato o del loro mondo onirico o immaginale individuale, a differenza delle altre forme di psicodramma). 

L’obiettivo non è né la catarsi nè l’interpretazione, ma l’attivazione dell’inconscio profondo e transpersonale, lavorando con emozioni apparentemente di livello medio-basso, utilizzando dei catalizzatori a forte pregnanza simbolica e dei punti di cristallizzazione che diano coerenza, senso e ordine.

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“Se colui che osserva riesce a capire che su questa scena interiore viene rappresentato il suo dramma personale […] si sentirà a questo punto spinto a intervenire in prima persona per trasformare quella che, fino a quel momento, appariva solo una rappresentazione teatrale, in un reale confronto con l’Altro presente in lui”. 
(C. G. Jung) 

Cos'è lo Psicodramma dell'Individuazione?

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